domenica 28 luglio 2013

Circolare Inps luglio 2013: agevolazioni assunzioni sopra i 50 anni

Incentivi all’assunzione di over 50anni, previsti dalla legge Fornero, la n. 92/2012 e oggetto di istruzioni da parte dell’Inps con la circolare n. 111 del 24 luglio 2013.

Con la circolare n. 111/2013, l’Inps illustra l’applicazione dell’incentivo in relazione agli uomini e alle donne con almeno cinquant’anni di età e disoccupati da oltre dodici mesi, specificando innanzitutto che, in relazione a questa categoria di lavoratori, si prescinde dalla residenza, dalla professione esercitata e dal settore economico di impiego, l’età deve essere considerata al momento di decorrenza dell’originaria assunzione.

La legge n. 92 del 2012 a prevede, con decorrenza dal 1 gennaio 2013, un incentivo all’assunzione di specifiche categorie di soggetti, ossia:
• uomini o donne con almeno cinquant’anni di età e “disoccupati da oltre dodici mesi”;
• donne di qualsiasi età, residenti in aree svantaggiate e “prive di un impiego regolarmente retribuito  da almeno sei mesi”;
• donne di qualsiasi età, con una professione o di un settore economico caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e “prive di un impiego regolarmente retribuito  da almeno sei mesi”;
• donne dl qualsiasi età, ovunque residenti e“prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi”.

L'agevolazione – consistente nell'abbattimento del 50% della contribuzione datoriale – ha durata 18 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e di massimo 12 mesi per quelle a termine. L'incentivo – che riguarda sia i rapporti full time che part time – trova spazio anche nelle ipotesi di trasformazioni a tempo indeterminato di un precedente rapporto a termine agevolato. In quest'ultimo caso, secondo l'Inps, la trasformazione deve avvenire entro la scadenza del beneficio. Ad esempio, in caso di assunzione a termine per 15 mesi di un lavoratore il cui rapporto viene trasformato al decimo mese (entro, quindi, i dodici mesi agevolati previsti per il contratto a tempo determinato), l'incentivo trova applicazione per 18 mesi complessivi.

Restano fuori dalla facilitazione, sempre secondo le indicazioni dell'Inps, i rapporti di lavoro domestico, intermittente, ripartito e accessorio. Oltre che alle norme interne (tra cui regolarità contributiva, rispetto dei contratti, osservanza delle regole a tutela delle condizioni di lavoro, principi generali in materia di agevolazioni ex lege 92/12), l'incentivo è subordinato al rispetto del regolamento comunitario 800/2008.

Di conseguenza, l'assunzione, la proroga e la trasformazione sono premiate laddove realizzino un incremento netto del numero dei dipendenti rispetto alla media dei dodici mesi precedenti; sono escluse le dimissioni del lavoratore, la sua sopravvenuta invalidità, il pensionamento, la riduzione volontaria dell'orario di lavoro e i licenziamenti per giusta causa o giustificato motivo soggettivo.

Ai fini della valutazione dell'incremento occupazionale il numero dei dipendenti è calcolato in unità di lavoro annuo. Per agevolare aziende e intermediari nell'applicazione della normativa che, globalmente, appare complessa, la circolare è arricchita di molti esempi e di diversi allegati esplicativi. È così possibile apprezzare alcune aperture e qualche spunto di flessibilità. Tra questi quello più interessante riguarda la continuità nei rapporti di lavoro agevolati in favore dello stesso soggetto. In tali, casi, infatti, le condizioni di accesso al beneficio (anzianità di disoccupazione e il rispetto delle regole generali di cui alla legge 92/12) sono valutate, per lo più, solo in relazione alla decorrenza originaria del primo rapporto. Per richiedere l'incentivo va inoltrata all'Inps una comunicazione telematica, il cui modulo,denominato "92-2012", sarà a breve reperibile all'interno del Cassetto previdenziale aziende. La richiesta deve essere trasmessa prima dell'invio della denuncia contributiva con cui viene indicata l'agevolazione. Entro il giorno successivo, esperiti alcuni controlli formali, le aziende riceveranno la risposta circa l'esito dell'istanza. Il lavoratore agevolato dovrà essere indicato nel flusso Uniemens con il codice "55".

L'incentivo riguarda le assunzioni intervenute a decorrere da gennaio 2013. Per i rapporti instaurati fino al mese di luglio 2013, le cui istanze avranno ricevuto esito positivo dall'Inps, i datori di lavoro potranno recuperare le differenze a credito con una delle denunce riferite ai periodi fino a ottobre 2013.
L’incentivo previsto dalla legge n. 92 del 2012, spetta per:
• le assunzioni a tempo indeterminato;
• le assunzioni a tempo determinato;
• le trasformazioni a tempo indeterminato di un precedente rapporto agevolato.

Esso consiste nella riduzione del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro. In caso di assunzione a tempo indeterminato la riduzione spetta per diciotto mesi, mentre in caso di assunzione a tempo determinato la riduzione spetta fino a dodici mesi. Se il rapporto viene trasformato a tempo indeterminato la riduzione è riconosciuta per complessivi diciotto mesi.

Gli incentivi all’assunzione di over 50enni sono subordinati alla verifica della:
regolarità nell’adempimento degli obblighi contributivi,
osservanza delle norme poste a tutela delle condizioni di lavoro,
rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, laddove sottoscritti, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro  e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale,
applicazione dei principi stabiliti dall’articolo 4, commi 12, 13 e 15, della legge 92/2012,
condizioni generali di compatibilità con il mercato interno, previste dagli articoli 1 e 40 del regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione del 6 agosto 2008.

Sempre nella circolare del 24 luglio 2013, l’Inps precisa che l’incentivo all’assunzione di over 50 anni previsto dalla riforma Fornero, spetta anche se l’assunzione, la proroga e la trasformazione del rapporto di lavoro da determinato a indeterminato degli over 50enni, realizzino un incremento netto del numero dei dipendenti del datore di lavoro interessato rispetto alla media dei dodici mesi precedenti.

L’incentivo è comunque applicabile, qualora l’incremento non avvenga per:
• dimissioni volontarie del lavoratore;
• invalidità sopravvenuta o decesso del lavoratore;
• pensionamento per raggiunti limiti di età;
• riduzione volontaria dell’orario di lavoro;
• licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo.

La base di computo della forza aziendale per la valutazione dell’incremento occupazionale comprende le varie tipologie di lavoratori a tempo determinato e indeterminato, salvo il lavoro cosiddetto accessorio; devono essere considerati anche i lavoratori che sono somministrati nell’ambito di un rapporto di lavoro a tempo determinato intercorrente con l’agenzia. Il lavoratore assunto (o utilizzato mediante somministrazione) in sostituzione di un lavoratore assente non si computa; si computa il lavoratore sostituito.

Per ciò che riguarda le indicazioni operative, la circolare Inps detta le istruzioni anche per ciò che concerne gli adempimenti dei datori di lavoro. Per fruire dell’incentivo tutti i datori di lavoro interessati devono inoltrare apposita comunicazione all’INPS; la comunicazione deve essere presentata avvalendosi del modulo di istanza on-line “92-2012″, che verrà messo  a breve a disposizione all’interno del  Cassetto previdenziale Aziende, presso il sito dell’Inps. La  comunicazione deve essere presentata prima dell’invio della denuncia contributiva ove viene indicata la contribuzione agevolata. Entro il giorno successivo all’inoltro, i sistemi informativi centrali effettuano alcuni controlli formali e attribuiscono un esito positivo o negativo alla comunicazione. L’Inps effettuerà a posteriori, in sede di verifica amministrativa, i necessari controlli circa la sussistenza effettiva dei presupposti dell’incentivo, secondo modalità che verranno rese note alle Sedi con successive disposizioni interne.

Per quei datori di lavoro che operano con il sistema Uniemens, la loro posizione contributiva sarà contraddistinta dal codice di autorizzazione “2H” che, a decorrere da 01.01.2013, assume il nuovo significato di “datore di lavoro ammesso all’incentivo di cui all’art. 4, commi 8-11, della legge 92/2012”; il codice autorizzazione è attribuito automaticamente dai sistemi informativi centrali contestualmente all’attribuzione dell’esito positivo al modulo di istanza “92-2012”, indicato al paragrafo precedente. I datori di lavoro ammessi all’incentivo, denunceranno il lavoratore valorizzando nell’elemento individuale <TipoContribuzione>  il codice “55” che assume il nuovo significato di “ lavoratore assunto ai sensi dell’art. 4, commi 8-11, della legge 92/2012”.

La sentenza della Corte Costituzionale: «L’articolo 19 lede la libertà sindacale»

Secondo Corte Costituzionale la norma viola i principi costituzionali Fiat: «Abbiamo soltanto applicato la legge».

Consentire la costituzione delle Rsa, le rappresentanze sindacali aziendali, solo ai sindacati firmatari del contratto applicato in azienda lede i "valori del pluralismo e della libertà di azione" dei sindacati. E' con questa motivazione che la Corte Costituzionale ha 'bocciato' l'articolo 19 dello statuto dei lavoratori, con una sentenza - la 231/2013, relatore il giudice Morelli - che segna una vittoria netta della Fiom sulla Fiat. Immediate e pesanti le reazioni.

Così la Consulta nella sentenza sul giudizio di illegittimità dell’art. 19 comma 1 dello Statuto. La sentenza, i cui contenuti essenziali erano stati resi noti il 3 luglio, è stata depositata oggi. Alla base il ricorso della Fiom contro la Fiat. Redattore della sentenza - la 231/2013 - il giudice Mario Rosario Morelli. Il comma 1 dell’art. 19 dello statuto dei lavoratori è stato dichiarato illegittimo perché appunto se si consentisse la rappresentanza sindacale aziendale (Rsa) solo ai sindacati firmatari del contratto applicato nell’unità produttiva, i sindacati «sarebbero privilegiati o discriminati sulla base non già del rapporto con i lavoratori, che rimanda al dato oggettivo (e valoriale) della loro rappresentatività e, quindi, giustifica la stessa partecipazione alla trattativa, bensì del rapporto con l’azienda, per il rilievo condizionante attribuito al dato contingente di avere prestato il proprio consenso alla conclusione di un contratto con la stessa», spiega la sentenza.

E se «il modello disegnato dall’art. 19, che prevede la stipulazione del contratto collettivo quale unica premessa per il conseguimento dei diritti sindacali, condiziona il beneficio esclusivamente ad un atteggiamento consonante con l’impresa, o quanto meno presupponente il suo assenso alla fruizione della partecipazione sindacale, risulta evidente anche il vulnus all’art. 39, primo e quarto comma, della Costituzione, per il contrasto che, sul piano negoziale, ne deriva ai valori del pluralismo e della libertà di azione della organizzazione sindacale». Questo si traduce «in una forma impropria di sanzione del dissenso, che innegabilmente incide, condizionandola, sulla libertà del sindacato in ordine alla scelta delle forme di tutela ritenute più appropriate per i suoi rappresentati; mentre, per l’altro verso, sconta il rischio di raggiungere un punto di equilibrio attraverso un illegittimo accordo ad excludendum».

«Ora la Fiat applichi la sentenza della Corte costituzionale. Si ripristinino in tutti gli stabilimenti del Gruppo i diritti, le libertà sindacali e le pari agibilità per tutte le organizzazioni». A chiederlo è Maurizio Landini, segretario della Fiom che chiede un incontro con l'azienda e lancia un appello al governo: «Convochi un tavolo nazionale sulle prospettive occupazionali e gli investimenti del gruppo Fiat in Italia e si faccia garante della piena applicazione della sentenza anche attraverso una legge sulla rappresentanza».

Il succo della decisione della Consulta era già stato reso noto il 3 luglio. Ora vengono spiegati i motivi della decisione. Alla base del pronunciamento, la questione di legittimità sollevata dai tribunali di Modena, Vercelli e Torino nelle cause che vedono contrapposte appunto Fiat e Fiom. I dubbi riguardano il comma 1 dell'art. 19 dello statuto dei lavoratori, che pone dei paletti alle Rsa, consentendole solo alle sigle firmatarie dei contratti collettivi applicati in azienda. Un limite che la Consulta ha giudicato in contrasto con tre articoli della Carta Costituzionale. Perché quando il criterio della sottoscrizione dell'accordo applicato in azienda - spiega la sentenza - "viene meno alla sua funzione di selezione dei soggetti in ragione della loro rappresentatività" e "si trasforma invece in meccanismo di esclusione di un soggetto maggiormente rappresentativo o comunque significativamente rappresentativo", allora quel criterio entra "inevitabilmente in collisione con i precetti degli articoli 2, 3 e 39 della Costituzione": il primo tutela i diritti inviolabili dell'uomo come singolo e nelle formazioni sociali; il secondo l'uguaglianza dei cittadini; l'ultimo la libertà di organizzazione sindacale.

Se si consentissero la Rsa solo nei limiti fissati dallo statuto ora censurato, spiegano i giudici, i sindacati "sarebbero privilegiati o discriminati sulla base non già del rapporto con i lavoratori", "bensì del rapporto con l'azienda". Il "dato contingente di avere prestato il proprio consenso alla conclusione di un contratto con la stessa" finirebbe quindi col pesare sulle relazioni sindacali e sulla capacità di rappresentanza delle organizzazioni dei lavoratori.

Excelsior - Unioncamere rapporto sul lavoro: i fabbisogni occupazionali delle imprese ed i mestieri che vengono cercati

C’è una parte del sistema produttivo che, malgrado tutto, sta reggendo e che quest’anno assumerà personale. Si tratta di una quota, pari al 13,2%, di tutte le imprese dell’industria e dei servizi con dipendenti, ma la propensione ad assumere si amplifica per quelle orientate all’export e all’innovazione. Ammontano a 750mila le entrate complessive di personale che il settore privato intende acquisire nell’arco di quest’anno.

Secondo il rapporto Excelsior - Unioncamere, riguardante il trimestre appena concluso, sarebbero in crescita le assunzioni degli under 30. Nessun miracolo, si tratta semplicemente di un effetto del modificarsi continuo delle caratteristiche ed esigenze della domanda di lavoro. Ristorazione, turismo e vendite i settori che hanno dato occupazione a più giovani nell’ultimo periodo, anche se le aziende preferiscono i ragazzi soprattutto per quanto riguarda i lavori stagionali.

Circa l’82% delle assunzioni giovanili ha toccato il comparto turistico - alberghiero. I cuochi vanno alla grande e accanto ad essi camerieri, addetti all’accoglienza, alle pulizie e alle vendite. Insomma quello dello Chef è un mestiere che trova sempre più largo consenso tra le giovani generazioni e non a caso, in quanto non passa mai di moda nel panorama professionale. Inoltre, è proprio in questo periodo che moltissimi giovani sono impiegati all’interno di hotel, bar e stabilimenti balneari, reclutati a inizio estate per la stagione turistica.

Seguono le figure di commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso. Anche il settore finanziario - assicurativo va forte tra gli under 30, assorbendo circa il 49% (quindi poco meno della metà) del totale delle assunzioni giovanili. Tecnici amministrativi, finanziari e bancari: questi sono altri dei i profili più adatti ai giovani. Sempre tra le prime dieci professioni della classifica stilata da Excelsior - Unioncamere figurano personale di segreteria e servizi generali, addetti alla pulizia (non qualificati), tecnici del marketing, vendite e distribuzione commerciale.

Anche i lavori di impianto tecnico, come quelli di manutenzione e riparazione all’interno di industrie metallurgiche sembrano catalizzare le assunzioni dei ragazzi. Nell’ultimo trimestre una buona domanda di lavoro ha riguardato proprio la figura dell’operaio metalmeccanico o impegnato nelle attività elettromeccaniche.

sabato 27 luglio 2013

Inps da agosto 2013 rimborsa le pensioni d'oro


I primi in ordine di tempo sono i pensionati della gestione ex Enpals. Ma per il grosso degli interessati il rimborso del «contributo di perequazione» - applicato dal 2011 sulle pensioni superiori ai 90 mila euro e dichiarato incostituzionale - arriverà con la mensilità di agosto. L’Inps ha preso atto della sentenza della Consulta con il messaggio numero 11243 indirizzato alle proprie strutture: viene fissato quindi il calendario in base al quale si sospende l’applicazione del prelievo (5 per cento tra 90 e 150 mila euro annui, 10 fino a 200 mila e 15 sopra questa soglia) e si restituisce quanto trattenuto nel 2013. Le somme relative agli anni precedenti, sulle quali dovranno essere effettuati i calcoli fiscali, saranno invece rimborsate in un momento successivo.

Più precisamente per quanto riguarda la gestione dei lavoratori privati nel mese di agosto 2013 sarà ripristinato il pagamento senza contributo e verrà anche rideterminata la tassazione, in funzione del nuovo e maggiore imponibile; per i titolari di più pensioni tutto ciò avverrà separatamente per ciascun trattamento. Sempre ad agosto saranno restituiti gli importi trattenuti nel 2013 e contemporaneamente verrà operato il conguaglio fiscale.

Le scadenze sono un po’ diverse per gli ex dipendenti pubblici della gestione Inpdap, ora assorbita dall’Inps: il primo pagamento senza decurtazione è previsto già a luglio, mentre da agosto scatterà il rimborso dell’arretrato, sempre relativo al 2013. Per i titolari di un’unica prestazione la tassazione sarà calcolata sull’aliquota massima, per gli altri in base ad aliquota proporzionale. Infine c’è la gestione ex Enpals, che è meno numerosa e comprende i lavoratori dello spettacolo, per la quale scatta da luglio sia il ripristino della pensione piena sia la restituzione dei contributi trattenuti fino al mese di giugno.

La sentenza della Corte costituzionale ha censurato il contributo con la motivazione che si tratta sostanzialmente di un prelievo fiscale, e quindi per motivi di equità andrebbe applicato a tutti i redditi, non solo quelli da pensione. Di questo pronunciamento dovrà tenere conto il governo se davvero pensa a nuovi interventi sulle pensioni più alte, dette anche (non sempre correttamente) d’oro.

Sta continuando a farsi attendere la riforma delle pensioni che dovrebbe rendere più morbida la legge Fornero, dopo gli danneggiamenti prodotti nel welfare nazionale, gli assegni d’oro per luglio e agosto garantiranno ferie ancor più rilassate ai loro destinatari. Per effetto del pronunciamento della Corte costituzionale, infatti, i pensionati di prima fascia, pubblici e privati, riceveranno, nei prossimi mesi di luglio e agosto, il rimborso delle trattenute dei mesi scorsi a scopo di solidarietà.

La quota trattenuta sulle note pensioni d’oro, ammontava al 5% entro i 150mila euro, al 10% fino a 200mila, al 15% per quelle ancora più alte. Ma ora, con il messaggio 1243, l’Inps ha comunicato le modalità attraverso cui la trattenuta extra verrà restituita ai legittimi proprietari, dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimi i prelievi di solidarietà varati dal governo precedente.

Si è trattato di una, nuova, sonora e clamorosa bocciatura per le politiche degli ultimi anni sulla spesa previdenziale, che finisce per fare il paio con le rigidità della successiva riforma Fornero, la quale è ancora vigente e non ha mai subito patenti di incostituzionalità dalla Consulta, ma indubbiamente ha prodotto non pochi danni per la popolazione, in particolare con il caos generato in seguito all’esplosione della questione esodati, tuttora irrisolta.

Così, a luglio l’Inps restituirà il ticket prelevato nel corso del 2013 – il rimborso per gli anni 2011 e 2012 è stato rinviato – nel mese di luglio ai dipendenti pubblici, mentre, in agosto, la quota verrà resa ai privati.

Nello specifico, per i lavoratori delle aziende private, la pensione verrà riportata al suo ammontare precedente al contributo, con la rimodulazione, naturalmente, delle trattenute fiscali a seguito dell’accresciuto valore. Oltre a ciò, l’Inps riaffiderà ai legittimi proprietari quelle cifre sottoposte al ticket di solidarietà da inizio 2013.

Per i pubblici che erano iscritti all’Inpdap, a luglio la pensione tornerà quella classica, e, il mese successivo, verrà erogato il conguaglio, con relativa tassazione ad aliquota massima nel caso per chi usufruisca di un’unico assegno. Diversamente, per gli ex Enpals, il rimborso delle trattenute avverrà a luglio.

giovedì 25 luglio 2013

Expo 2015 i nuovi contratti di lavoro a partire dal 2014


La società di gestione dell’evento e i sindacati li hanno presentati. I posti di lavoro promessi sono 835 tra lavoro a termine, apprendistato e stage. Tali contratti riguardano esclusivamente le attività Expo 2015 Spa, da realizzare nel sito espositivo, assistenza ai turisti, gestione dei flussi di visitatori e delle tecnologie che governeranno il sito. O, ancora, la pianificazione di servizi nel perimetro dell’area espositiva. Sono esclusi i lavori di edificazione dei padiglioni.

Maggiore flessibilità sul lavoro e un modello che può essere confermato anche a livello nazionale per l'organizzazione di grandi eventi. Expo 2015 Spa ha firmato con i rappresentanti dei sindacati il protocollo che disciplina le modalità di assunzione e impiego del personale.

Sono più di 800 i contratti di lavoro che la società Expo stipulerà per l'assunzione e l'impiego di personale per i sei mesi dell'esposizione universale. Il protocollo firmato individua un accordo sulle forme di flessibilità che possono essere applicate all'apprendistato, al contratto a tempo determinato e allo stage.

Per quanto riguarda i contratti di apprendistato la società Expo assumerà 340 giovani di età inferiore ai 29 anni: per questa tipologia contrattuale sono state introdotte nuove figure professionali come operatore grandi eventi, specialità grandi eventi e tecnico sistemi di gestione con specifici piani formativi. Il contratto a tempo determinato riguarderà circa 300 persone che saranno individuate partendo dalle liste di mobilità e di disoccupazione. Sul fronte stage ci saranno un totale di 195 persone per i quali è previsto un rimborso spese mensile di 516 euro e buoni pasto.

Queste assunzioni "vengono fatte attraverso la flessibilità - ha spiegato l'amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala a margine della firma - e non sarebbero state possibili con le regole attuali". Infine i volontari, quindi non si parla di lavoro subordinato, che saranno circa 475 al giorno e si renderanno disponibili per turni di 5 ore. Saranno 18.500 i volontari totali di Expo Milano 2015. Questo modello "a partire da Expo lo mettiamo a disposizione del territorio e del Paese - ha aggiunto Sala - anche il premier Enrico Letta e il ministro del Lavoro Enrico Giovannini con cui ho parlato riscontrano il passo avanti fatto con questa piattaforma di accordo". Soddisfazione per l'accordo è stata espressa anche dai sindacati che hanno auspicato che questa modalità possa essere un primo tassello per un disegno più organico.

I contratti a tempo determinato inizieranno nel 2014, le altre formule nel 2015.
Il protocollo punta a introdurre procedure più snelle sul lavoro, tema già affrontato a inizio luglio al Forum delle Regioni a Palazzo Lombardia, e potrebbe costituire un modello da replicare in ambito nazionale per i Grandi Eventi. Una parte specifica sarà dedicata alle norme in materia di legalità, tutela e sicurezza sul lavoro prevedendo un comitato di monitoraggio e la presenza coordinata all'interno del sito espositivo.

Ai nuovi contratti di lavoro si uniranno circa 18.500 volontari, destinati principalmente all’accoglienza dei visitatori: potranno alternarsi su turni di cinque ore al giorno, con un impiego massimo di due settimane ciascuno, per un fabbisogno giornaliero di 475 persone. Con i volontari «si chiude il fabbisogno per la società», ha spiegato Sala, «ma non le opportunità che offrirà l’esposizione»: sono infatti oltre 4 mila, secondo quanto previsto nel piano per la sicurezza, i lavoratori che potranno essere contemporaneamente presenti sul sito. Soddisfatti Sala e i rappresentanti sindacali per l’accordo raggiunto, di cui è stato informato il governo: «Ho parlato con il presidente Letta e con il ministro Giovannini - ha spiegato Sala - che hanno espresso soddisfazione per la piattaforma che abbiamo costruito con questo accordo».

domenica 21 luglio 2013

Concorsi pubblici riservati per categorie protette



Qui si propone di dare una Guida ai concorsi pubblici per categorie protette. Per categorie si intende una condizione di diritto riconosciuta dal legislatore ai lavoratori ossia gli invalidi civili, gli invalidi del lavoro, i non vedenti, i sordomuti, gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di guerra, gli invalidi per servizio.

Oltre che l’obbligo di assunzione per queste categorie di lavoratori presso aziende pubbliche e private, vi sono anche delle quote riservate per la partecipazione ai concorsi, nonché concorsi specifici.

Vediamo il principio della "quota di riserva" (legge 12 marzo 1999, n. 68 ) a favore dei disabili è stato ribadito da una sentenza del Consiglio di Stato (nr. 525 dello scorso 5 febbraio), la quale quota può essere riconosciuta al momento di approvazione della graduatoria anche se il disabile, qualora privo dello stato di disoccupazione, fosse in possesso di tale condizione al momento della presentazione della domanda.

La legge 68 del 1999 obbliga i datori di lavoro ad assumere nel proprio organico una determinata quota di lavoratori iscritti alle categorie protette.

Nello specifico, i datori di lavoro privati e pubblici con più di 15 dipendenti al netto delle esclusioni, sono tenuti ad avere alle proprie dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie protette (disabili) iscritti in appositi elenchi gestiti dall'Agenzia del lavoro della provincia di riferimento. Inoltre, l’articolo 18 della legge 68 prevede le seguenti quote di assunzione in base:

    da 15 a 35 dipendenti un disabile;
    da 36 a 50 dipendenti due disabili;
    da 51 a 150 dipendenti 7% (disabili) e un altro beneficiario della L. 68/99;
    oltre 150 dipendenti 7% (disabili) e 1% di altri beneficiari della L. 68/99.

Per iscriversi alla lista delle categorie protette è necessario avere 15 anni e non aver ancora raggiunto l'età pensionabile, essere disoccupati ed essere in possesso della certificazione che comprova l'handicap o il disagio. L'accertamento delle condizioni di disabilità e dei requisiti di iscrizione è effettuato da apposite commissioni e l’inserimento è fatto tenendo conto degli elementi e dei criteri stabiliti dalle Regioni e dalle Province. L’elenco è tenuto dagli uffici competenti per il collocamento obbligatorio e la graduatoria è unica.

Tutti i concorsi pubblici, compresi quelli riservati esclusivamente alle categorie protette, sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale Concorsi ed esami, o sul BURC delle Regioni.  Qui si riporta alcuni link:

Concorsi.it
Categorie protette
Gazzetta Concorsi

I datori di lavoro che assumono personale rientrante nelle suddette liste possono usufruire di agevolazioni fiscali.

Il bando dio concorso indica espressamente quali sono i documenti da allegare alla domanda di partecipazione. In via generale, nel caso specifico delle categorie protette, si richiede di allegare:
certificazione rilasciata dalle competenti autorità con l’indicazione della tipologia e grado di invalidità, in originale oppure in copia semplice dichiarata conforme all’originale in proprio possesso;
se richiesta espressamente, fotocopia non autenticata di idoneo documento di riconoscimento in corso di validità, ai sensi dell’art. 38 del D.P.R. n. 45/2000.




sabato 20 luglio 2013

Stagisti: 24 luglio 2013 scadenza del termine per le linee guida


Ricordiamo che la riforma del lavoro Fornero ha previsto la revisione della disciplina dei tirocini formativi, anche in relazione alla valorizzazione di altre forme contrattuali a contenuto formativo. Ed  è stato introdotto anche il riconoscimento di una “congrua indennità” anche in forma forfettaria in relazione alla prestazione svolta, e il mancato rispetto sarà punito con sanzioni ingenti da un minimo di mille a un massimo di 6mila euro. Gli stage dovranno essere retribuiti.

Entro il 24 luglio le Regioni sono chiamate a recepire le nuove “Linee guida per la regolamentazione dei tirocini”, ma non tutte rispondono all'invito. Si tratta di una cruciale scadenza che arriva dopo una lunga mobilitazione contro gli stage truffa. L’uso tipico degli stage è di contrastare l'uso improprio dei tirocini, favorire l'inserimento lavorativo e garantire una indennità minima per gli stagisti. Le Linee guida per la regolamentazione dei tirocini", chiamati anche stage, approvate dalla conferenza Stato Regioni lo scorso gennaio, così come previsto dalla riforma Fornero.

Entro tale data vanno recepite le regole sui tirocini stabiliti dalla conferenza Stato Regioni. Nella maggior parte dei casi è stata introdotta una indennità minima di 400 euro, ma c'è grande diversità sulla durata massima degli stage. In questo panorama lavorativo  dovrebbero far tirare un sospiro di sollievo a 300 mila stagisti e ai tanti giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

Nel merito delle decisioni assunte, si rileva come la maggior parte delle regioni ha introdotto una indennità minima di 400 euro, salvo il Piemonte con 600 euro rimodulabili a seconda dell'impegno orario e il Veneto che ha preferito optare per 300 euro comprensivi di buono pasto in alternativa ai 400. L'indennità, inoltre, è a carico dell'azienda ospitante, salvo l'eventuale cofinanziamento della Regione. In alcune Regioni poi sono stati previsti incentivi alle assunzioni per chi ha terminato il tirocinio e misure di controllo e monitoraggio sulla qualità dei tirocini. Le normative regionali infine si discostano tra di loro sulla durata massima dei tirocini di inserimento (6 o 12 mesi) e sul numero minimo di dipendenti necessario per ospitare un tirocinante.

Non hanno ancora risposto all'appello regioni come l'Umbria, il Friuli Venezia Giulia, la Valle D'Aosta e la Sicilia.

Opportunità di lavoro Eataly con il programma Amva 2013

Eataly offre lavoro e promette di essere una struttura innovativa, ma soprattutto in controtendenza con un’Italia che vista dall’esterno sembra non riuscire più a crescere dal punto di vista imprenditoriale.

Le figure professionali ricercate vanno dalle commesse, ai cassieri, dagli addetti al magazzino agli esperti per il banco pesce e macelleria. E ancora figure di cuoco, camerieri, assistenti alla cucina, esperti nel settore della ristorazione.

Quindi conoscere un mestiere in un settore con molte opportunità e che rappresenta una delle massime espressioni del made in Italy. E' quanto offre la bottega 'Sapere è sapore', che è nata da una partnership tra Italia Lavoro, agenzia tecnica del ministero del Welfare per le politiche dell'occupazione.
Eataly, è una azienda leader nella ristorazione, nell'enogastronomia e nell'agroalimentare.

L'iniziativa è stata presentata nella sede di Eataly, dal patron della catena alimentare, Oscar Farinetti, e dal presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro, Paolo Reboani.

Opportunità di lavoro che nasce nell'ambito del programma Amva (Apprendistato e mestieri a vocazione artigianale), ha l'obiettivo di formare i giovani in cerca di occupazione tra i 18 e i 28 anni, attraverso percorsi di tirocinio 'on the job' nei settori della tradizione italiana. E Eataly partecipa all'iniziativa con la bottega 'Sapere è sapore', offrendo così l'opportunità di dare a 20 ragazzi precise competenze legate all'arte culinaria e alla ristorazione.

La metodologia di formazione è un mix d'aula e di esperienza 'on the job'. Nella fase teorica, i tirocinanti affrontano i seguenti argomenti: salute e sicurezza, diritti e doveri (del datore di lavoro e del lavoratore), presentazione dell'azienda, procedure di lavoro, comunicazione e advertising, formazione del prodotto.

Dal terzo giorno i tirocinanti verranno inseriti nei vari ristoranti di Eataly, dove potranno osservare i metodi della preparazione del cibo e avranno la possibilità di collaborare fattivamente al processo produttivo.

Gli utili di un’azienda, sostiene lo stesso Oscar Farinetti, vanno distribuiti tra i propri dipendenti per aumentare ed accrescere la passione per il proprio operato. La consuetudine è nemica dei lavori abitudinari. Svolgere un lavoro ad Eataly rende tutti i dipendenti consapevoli del fatto che è il lavoro individuale svolto bene che porta ad ottenere risultati per tutta la squadra.

Sgravi 2012 scadenza il 25 luglio 2013

Ultimi giorni per richiedere gli sgravi contributivi legati alle retribuzioni premiali derivanti dalla contrattazione di secondo livello, corrisposte nel 2012. Scade infatti il 25 luglio il termine per trasmettere le istanze all'Inps, tramite il canale telematico, anche per i lavoratori iscritti all'Inpgi e per quelli ex-Inpdap ed ex-Enpals.

Peraltro, il messaggio Inps 10127 del 21 giugno 2013, oltre ad aver dettato le tempistiche per l'invio delle domande dai datori di lavoro interessati o degli intermediari abilitati, ha concesso anche una sorta di compromesso: per consentire agli utenti di verificare ed eventualmente aggiornare le istanze inoltrate, c'è tempo fino alle 23 del 26 luglio per annullarle e trasmetterle nuovamente.

Le modalità di richiesta dello sgravio sono state fornite dall'Ente di previdenza con la circolare 73/2013. La fonte normativa, invece, è nella legge 92/2012, che ha riagganciato la concessione dei benefici contributivi sulle erogazioni di produttività ai criteri regolatori della legge 247/2007. È poi intervenuto il Dm Lavoro-Economia del 27 dicembre 2012, che ha fissato al 2,25% della retribuzione contrattuale annua (corrisposta al lavoratore e imponibile ai fini contributivi, comprensiva della retribuzione variabile interessata allo sgravio) il limite degli emolumenti di secondo livello assoggettabili alla riduzione contributiva. Anche per i premi 2013, bisogna attendere una disposizione analoga.

Lo sgravio è pari al 25% dell'aliquota dovuta dai datori di lavoro, mentre riguarda l'intera contribuzione a carico del lavoratore, senza perdita di copertura pensionistica.

Prima di procedere con le istanze, però, è bene verificare il rispetto delle condizioni richieste: intanto, le somme interessate al beneficio e previste dagli accordi collettivi di secondo livello dovevano essere incerte nella loro corresponsione o nel loro ammontare, in linea con lo spirito incentivante.

Un altro requisito è il collegamento degli emolumenti a parametri di produttività e di competitività: possono rientrarvi anche le intese stipulate in base all'articolo 8 del Dl 138/2011 (contratti di prossimità). Inoltre, gli accordi aziendali o territoriali istitutivi dei salari di secondo livello dovevano essere depositati presso la Dtl, entro il 6 maggio 2013.

Per accedere all'agevolazione, l'impresa deve rispettare le condizioni previste dalla legge 296/2006, in materia di regolarità contributiva e la parte economica prevista da accordi e contratti collettivi. Tutte le domande trasmesse, secondo le condizioni previste, saranno ammesse al beneficio (che andrà recuperato attraverso le denunce Uniemens) e l'Inps ne darà comunicazione entro 60 giorni dal termine per la presentazione. Se le risorse disponibili - pari a 650 milioni di euro - non fossero sufficienti a coprire la concessione dello sgravio nella misura richiesta dalle aziende, l'istituto dovrà riproporzionare gli importi.

venerdì 19 luglio 2013

Imprese italiane: si vende il lavoro e le società pubbliche

"Specifiche ipotesi di vendita riportate da organi di informazione non sono state formulate dal ministro". Lo ha precisato il Tesoro in merito alle parole del ministro Fabrizio Saccomanni, che ha parlato "di strategia di riduzione del debito, formulando diverse ipotesi di valorizzazione del patrimonio pubblico, senza mai citare specifiche società".

Non è escluso che il Tesoro decida di cedere quote di società pubbliche - incluse Eni, Enel e Finmeccanica per ridurre il debito. E' quanto ha affermato il ministro dell'Economia, Saccomanni in un'intervista a Bloomberg Tv a Mosca, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg.

C'e anche l'ipotesi, ha spiegato Saccomanni di usare gli asset di queste aziende come collaterali. ''Stiamo considerando questo - ha detto il ministro in un'intervista a Bloomberg - queste compagnie sono profittevoli e danno dividendi al Tesoro, così dobbiamo considerare anche la possibilità di usarle come collaterali per la riduzione del debito''. ''Ci sono un po' di idee che dobbiamo prendere in considerazione'', ha proseguito il ministro. In particolare il ministro ha detto: ''spero che prima della fine dell'anno possiamo avere chiara quale sia la nostra visione per una strategia compressiva per uno schema che consenta l'accelerazione della riduzione del debito''.

"Il governo intende valorizzare i propri asset e quindi non esclude in futuro un piano di valorizzazioni che include le partecipazioni delle quale è in possesso". Lo precisa alla stampa italiana il portavoce del ministro dell'Economia, Roberto Basso a margine del G20.

"Ipotesi questa che andrebbe valutata con molta cautela perché si tratta di società quotate, profittevoli, che forniscono dividendi", ha proseguito il portavoce del Ministero del Tesoro, precisando alle agenzie italiane il senso dell'intervista concessa dal ministro Saccomanni a Bloomberg Tv, nella quale non si escludeva l'ipotesi di cessione di quote delle partecipazioni del Tesoro in Eni, Enel e Finmeccanica. "Tra le idee da valutare in futuro anche l'ipotesi di utilizzare le partecipazioni come collaterale per operazioni finanziarie", ha aggiunto.

"Tra le ipotesi note anche la cessione di immobili del Demanio", ha proseguito. L'obiettivo è "contribuire alla riduzione dello stock del debito", ha concluso.

Ripresa tra II e III trimestre - "La ripresa? Ci sono indicatori che si materializzerà tra il secondo e il terzo trimestre di quest'anno": è la previsione del ministro dell'economia. "Anche Bankitalia prevede che il quarto trimestre sarà positivo", ha aggiunto.

Si tratta di segnali deboli che convivono con la coda della crisi, ha lasciato intendere il ministro: "é tipico delle fasi di inversione di ciclo il fatto che ci siano incertezze ovunque", ha risposto ad una domanda sui rischi ancora esistenti. Saccomanni ha osservato però che "mentre in passato la politica economica era tutta improntata sulle restrizioni e ci si affidava solo alla domanda esterna, ora il quadro sta cambiando: ora c'é anche un supporto interno certo", ha sottolineato, citando ad esempio i rimborsi per i debiti della pubblica amministrazione.

 "La Cisl è del tutto contraria all'ipotesi ventilata oggi dal Ministro Saccomanni di vendere le quote pubbliche di aziende come Eni, Enel, Finmeccanica e Poste che già da tempo sono nel mirino degli appetiti famelici e speculativi degli investitori stranieri". Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni.

"Ipotesi questa che andrebbe valutata con molta cautela perché si tratta di società quotate, profittevoli, che forniscono dividendi", ha spiegato il portavoce del Ministero del Tesoro, precisando alle agenzie italiane il senso dell'intervista concessa dal ministro Saccomanni a Bloomberg Tv, nella quale non si escludeva l'ipotesi di cessione di quote delle partecipazioni del Tesoro in Eni, Enel e Finmeccanica.
"Tra le idee da valutare in futuro anche l'ipotesi di utilizzare le partecipazioni come collaterale per operazioni finanziarie", ha aggiunto. "Tra le ipotesi note anche la cessione di immobili del Demanio", ha proseguito. L'obiettivo è "contribuire alla riduzione dello stock del debito", ha concluso.

lunedì 15 luglio 2013

Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, è favorevole a sperimentare il più possibile i contratti flessibili



Il governo punta a introdurre maggiore flessibilità nel mercato del lavoro con una "sperimentazione" sui contratti a termine. Lo afferma il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, in un'intervista sulla Stampa. Camusso: no a continue forme di flessibilità.

Questa settimana inizia l’iter parlamentare del decreto lavoro. C’è chi insiste per introdurre più flessibilità all’ingresso nel mercato del lavoro dei più giovani derogando alle regole in vigore almeno per la durata dell’Expo’. I sindacati, in particolare la Cgil, sono contrari. Troverete una sintesi? 

«Un intervento sull’Expò tutto concentrato sui soli contratti a termine sarebbe riduttivo. Comunque la risposta è sì, stiamo immaginando di mettere insieme un pacchetto equilibrato di novità».

Ci sarà maggiore flessibilità per i contratti a termine? 

«Sono favorevole ad una sperimentazione, a privilegiare il più possibile i contratti flessibili “buoni” - i contratti a termine - rispetto a quelli “cattivi” – come le “false” partite Iva - ma non può essere un intervento di deroga generalizzata senza razionalità».

Sta dicendo che è contrario a forti deroghe alle regole in vigore? 

«Non dobbiamo guardare all’Expò come a qualcosa che termina con la chiusura dei padiglioni. Dobbiamo pensare che sarà un volano di crescita per il Paese, così come è stato per la Cina con Shanghai. Di accordi sindacali per gestire il picco di occupazione in Lombardia se ne stanno già facendo. Altra cosa è pensare a effetti permanenti sull’occupazione derivante da un investimento su filiere particolari come il turismo».

Ci saranno interventi per ridurre gli intervalli fra un contratto e l’altro? È possibile una accorciamento dei tempi dell’apprendistato?

«Stiamo lavorando su varie ipotesi. Mi faccia però dire una cosa: anche concentrare il dibattito solo su come cambiare i tipi di contratto è riduttivo. In Italia ci sono più di due milioni di giovani che non studiano e non lavorano. È una massa di giovani che ci costano ogni anno 25 miliardi di euro di perdita di capitale umano. Possibile pensare che il loro futuro si giochi solo sulla modifica di questa o quella forma contrattuale per due anni?».

Il ministro del Lavoro ha convocato per 16 luglio le parti sociali per individuare "soluzioni equilibrate" in vista dell'Expo 2015 e su eventuali modifiche al dl lavoro. Lo ha annunciato lo stesso ministro a margine della presentazione di un rapporto sul lavoro degli immigrati. "Ho convocato la parti sociali domani mattina - ha detto - per l'addio della discussione su questi temi. Sono sicuro che troveremo soluzioni equilibrate".

Sugli attriti tra le due principali forze di maggioranza, Pd e Pdl, sui temi del lavoro, Giovannini ha sottolineato che "non è una questione di attriti, bisogna trovare una soluzione". Sui circa 500 emendamenti al dl lavoro, Giovannini ha aggiunto: "Stiamo valutando cosa recepire, poi saranno le parti politiche a dover trovare un equilibrio. Alcune idee rafforzano l'approccio del governo, ne stiamo discutendo".

“Siamo un Paese che ha una altissima precarietà, non bisogna affrontare in questo modo il problema della disoccupazione”

«Ho convocato per domani mattina le parti sociali». L’annuncio è del ministro del lavoro Enrico Giovannini. Sul tavolo del confronto gli interventi per rendere flessibili i contratti a termine in vista dell’Expo 2015, che il governo aveva tirato fuori dal pacchetto approvato in Cdm e ora all’esame del Parlamento, per ulteriori approfondimenti e riflessioni. La convocazione, già arrivata a sindacati e imprese, è per domani mattina alle nove. La Cgil sembra comunque avere già le idee chiare. «Non si affrontano i temi della disoccupazione continuando ad alimentare forme di flessibilità», ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, commentando le parole del ministro. In una intervista a La Stampa, Giovannini ha parlato di privilegiare i contratti flessibili `buoni´. «Siamo un Paese - ha sottolineato Camusso - che ha una altissima precarietà. E ciò non toglie che questo è uno degli elementi di debolezza del sistema dei servizi».

«Noi- ha concluso - siamo per distinguere tra la discussione generale e l’accordo per governare il periodo di Expo attraverso percorsi legislativi che diano certezza, non incertezza ai lavoratori». 

Per Camusso, sull’ipotesi di una manovra d’autunno, «Quando si cominciano ad annunciare della manovre, c’è una grande preoccupazione, soprattutto se l’origine della manovra è per evitare che ci sia una normale tassazione sulla casa, come c’è in tutti i Paesi del mondo». «Si continua a pensare - ha aggiunto - di far pagare di più chi ha poco rispetto a chi ha molto». 

Ancora in tema di flessibilità, «non bisogna affrontare il problema della disoccupazione continuando ad alimentare forme di flessibilità»: il segretario della Cgil, Susanna Camusso, è tornata a sostenerlo a Milano, la città che nel 2015 ospiterà l’esposizione mondiale. E proprio in vista dell’Expo si sta valutando la possibilità di contratti a termine acausali, ma la sindacalista non vuole generalizzare. «Siamo per distinguere - ha sottolineato - tra una discussione generale e un accordo per governare il periodo di Expo attraverso percorsi legislativi che diano certezza e non incertezza ai lavoratori ». «Expo - ha concluso - è un evento straordinario. C’è bisogno di regolare un periodo straordinario. Ciò che non è sopportabile è che si approfitti di un evento straordinario per deregolare il sistema ».


domenica 14 luglio 2013

Contratti di lavoro senza causale, modello Expo fino al 31 dicembre 2016



Le aziende chiedono contratti a termine rinnovabili per 3 anni. Senza causali e con soli 5 giorni di stop.

Le aziende dovrebbero avere la possibilità di stipulare con la stessa persona uno o più contratti a termine, per un massimo di 36 mesi, senza dover indicare alcuna causale, ossia alcuna motivazione del nuovo contratto di lavoro. La differenza rispetto alle norme vigenti è considerevole, perché adesso si può fare solo il primo contratto a termine senza indicare la causale e per una durata massima di 12 mesi. Se passasse invece la proposta delle imprese, si potrebbero fare fino a 6 contratti a termine di seguito, dice la bozza di emendamento, per una durata massima complessiva di 36 mesi e con un intervallo tra l'uno e l'altro di soli 5 giorni. Molto meno dei 60 giorni (90 per i contratti di durata superiore a sei mesi) previsti dalla legge Fornero e ridotti a 10 e 20 giorni dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, col decreto legge approvato dal consiglio dei ministri il 28 giugno.

L'obiettivo dichiarato, anche in vista dei lavori eccezionali previsti per Expo 2015, è favorire l'occupazione giovanile, smorzando però oneri e adempimenti. Il fronte degli imprenditori vorrebbe infatti poter stipulare con la stessa persona uno o più contratti a termine, per un massimo di 36 mesi, senza dover indicare una causale specifica.

Quindi si parla di Misure straordinarie per l'occupazione in occasione di Expo 2015» e che prevede, fino al 31 dicembre 2015 (quindi un anno in meno del periodo proposto dalle imprese) 6 interventi: abolizione della causale sui contratti a termine; liberalizzazione dei lavori a chiamata; del lavoro in somministrazione; aumento da 2mila a 5mila euro del limite dei compensi per il lavoro accessorio; contratti a progetto con la causale Expo 2015; ampliamento della possibilità di ricorrere al telelavoro.

Le misure congiunturali devono puntare a realizzare un aumento di contratti a termine che, nel breve periodo, consenta di dare sollievo all'attuale, drammatica situazione dell'occupazione. Ed in questa prospettiva tornano utili anche le assunzioni a termine non finalizzate ad una stabilizzazione, ma ad alleviare temporaneamente le tensioni occupazionali e sociali. In modo dare più speranze ai giovani e al loro rapporto con il mondo del lavoro.

Per fare questo è necessario varare un piano per: a) allungare la durata massima del contratto a termine; b) consentire, nei limiti della durata massima, la prorogabilità del termine iniziale, come del resto avveniva già per il contratto di inserimento che è stato sostituito dal contratto a termine senza causale; c) ridurre gli intervalli che devono intercorrere tra un contratto a termine e quello successivo riportandoli, per legge e non per accordo collettivo, a 10/20 giorni ed azzerandoli per i contratti a termine con finalità sostitutive espressamente individuate; d) sospendere per due anni il contributo addizionale del 1,4% su questi contratti a termine; mantenendo, invece, il vantaggio contributivo (ed aggiungendo quello fiscale) nel caso della loro conversione a tempo indeterminato.



Professioni per venditori e agenti più di 2.000 offerte di lavoro



Le posizioni aperte nel commerciale sui siti Gi Group, Monster, Subito.it e Trovolavoro.it.

Per esercitare la professione di Agente di Commercio bisogna iscriversi in un apposito Ruolo tenuto dalle Camere di Commercio (L. 204 del 3/5/85). Per potersi iscrivere al ruolo bisogna avere i seguenti requisiti generali, morali e professionali:

REQUISITI GENERALI:
Cittadinanza italiana o di una degli stati membri dell'Unione Economica Europea ovvero cittadino extracomunitario residente in Italia ed in possesso di permesso di soggiorno;
Possesso del titolo di studio di scuola secondaria di primo grado (Scuola media);
Godimento dell'esercizio dei diritti civili;

REQUISITI MORALI:
Non essere interdetto o inabilitato, condannato per delitti contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, l’economia pubblica, l’industria ed il commercio, ovvero per delitto di omicidio volontario, furto, rapina, estorsione, truffa, appropriazione indebita, ricettazione e per ogni altro delitto non colposo per il quale la legge commini la pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due anni e, nel massimo, a cinque anni salvo che non sia intervenuta la riabilitazione;
Non essere sottoposto a misure di prevenzione per la lotta contro la delinquenza mafiosa;

REQUISITI PROFESSIONALI:
Possesso di diploma di scuola di secondo grado ad indirizzo commerciale o laurea in materie commerciali o giuridiche;
Aver frequentato, con esito positivo, uno specifico corso professionale di qualificazione riconosciuto dalle Regioni;
Avere esperienza lavorativa di almeno due anni, negli ultimi cinque anni, anche non continuativa, come dipendente con qualifica di viaggiatore piazzista o con mansioni di dipendente qualificato addetto alle vendite, o dipendente di un ente o società del settore finanziario, creditizio o fiduciario con compiti di intermediazione finanziaria;
Essere titolare di attività commerciale come lavoratore autonomo per almeno due anni nell'ultimo quinquennio, o titolare di attività artigiana di produzione e relativa vendita.
Per le società di agenzia commerciale il requisito professionale deve essere posseduto dal legale rappresentante o dai legali rappresentanti in carica.

INCOMPATIBILITA':
L'iscrizione al ruolo è incompatibile con l'attività svolta in qualità di dipendente da persone, associazioni o enti, privati e pubblici, ed è preclusa a coloro che sono iscritti nei ruoli di mediatore o comunque svolgono attività per le quali è prescritta l'iscrizione in detti ruoli.
A guardare gli annunci di lavoro sembrerebbe che la crisi del lavoro non ha colpito i venditori e agenti del settore commercio. Rispetto ad altri professionisti si muovono in un mercato dinamico in cui le uscite bilanciano le entrate e in cui, secondo gli ultimi dati di Excelsior, le aziende non riescono a soddisfare il 14% delle loro esigenze. Le ricerche spaziano per settore, ruolo e zona geografica con possibilità anche per junior.

Su Trovolavoro.it sono presenti più di 2.000 offerte per professionisti delle vendite: 227 agenti, 809 commerciali, 80 venditori e 1116 fra sales account, direttori vendite, addetti al punto vendita e al telemarketing. Dati interessanti anche su Subito.it in cui il 35,2% delle inserzioni riguarda figure commerciali dell'energia e del gas, delle grandi aziende di telecomunicazione, telefonia e reti. Buone possibilità anche per gli agenti immobiliari e per gli operatori di call center.

Per quanto riguarda Monster.it, i profili più ricercati sono quelli dei consulenti commerciali con spiccate competenze tecniche ed esperienza nei settori TLC, medicale o meccanico. Intercettano una buona fetta delle ricerche anche le agenzie per il lavoro. Ed ecco una ricerca di gruppo di Gi Group per 150 professionisti della vendita per BE1  information technology e telecommunication con competenza e passione per il mondo IT e l'innovazione tecnologica. Indispensabile avere una partita Iva o essere disposto ad aprirla. Le sedi di lavoro sono in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio e Campania (curriculum vitae a be1@gigroup.com).

Sempre Gi Group seleziona anche 12 agenti monomandatari e plurimandatari con esperienza nel settore dell?ospitalità. In questo caso le zone sono: Piemonte, Valle d?Aosta, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Umbria, Campania, Sardegna e Sicilia (curricum a sales@gigroup.com). Cento prossimi inserimenti arrivano anche da Quanta per diversi settori merceologici e su tutto il territorio nazionale (le indicazioni si trovano su http://it.quanta.com). Infine a titolo esemplificativo una delle aziende che ricerca direttamente: Berner con i suoi 100 agenti monomandatari in tutta Italia con esperienza professionale coerente. Per loro è previsto comunque un programma di corsi tecnico-commerciali nella scuola di formazione interna (www.berner.it).

E’ una professione in continua evoluzione, in cui il dinamismo è la parola d’ordine. Il venditore non si limita ad andare con auto, pc e telefono a caccia di clienti. Con la nuova organizzazione distributiva le aziende chiedono ai loro agenti di esercitare una ulteriore funzione altrettanto importante: fornire informazioni e suggerimenti utili per la messa a punto di nuove strategie di marketing. Si tratta, in altre parole, di garantire la presenza sul territorio, di intuire quali possono essere i trend futuri, di cogliere le esigenze dei clienti e di osservare il comportamento dei concorrenti. Il tutto per fornire alle aziende i dettagli necessari per mettere a punto politiche di prodotto, prezzo, promozione e di posizionamento sul mercato ad hoc. Certo non tutte le imprese sono in grado di cogliere allo stesso modo l’importanza del ruolo che può avere un venditore. Quel che è certo è che la professione, a quasi esclusivo appannaggio maschile (il numero delle agenti è comunque in costante crescita, grazie anche agli accordi economici collettivi sulla tutela della maternità), non si può improvvisare ed è molto ricercato. Basti dire che un’offerta di lavoro su tre interessa gli agenti e che, a livello nazionale, se ne contano circa 200 mila.

Licenziamento collettivo anche per una singola unità produttiva



Un'azienda che avvia una procedura di licenziamento collettivo può delimitare la scelta dei lavoratori da licenziare esclusivamente a quelli impiegati presso una singola unità produttiva, invece che sull'intero complesso aziendale, quando esistono ragioni produttive che giustificano tale operazione. Così si è espresso il Tribunale di Roma con un'ordinanza del 5 luglio del 2013.

Con la quale ha rigettato il ricorso di una parte dei lavoratori, licenziati all'esito di una procedura di riduzione collettiva del personale. Il datore di lavoro era presente su tre diverse sedi dislocate sul territorio nazionale, e aveva dichiarato un certo numero di esuberi, conseguenti alla scelta di chiudere una di queste unità produttive. All'esito della procedura, il personale da licenziare era stato individuato solo all'interno della sede destinata alla chiusura.

Il Tribunale di Roma ha ritenuto legittima questa scelta, evidenziando che la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha ripetutamente accettato questo principio. In particolare, come ricorda l'ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito che se un progetto di ristrutturazione aziendale si riferisce in maniera esclusiva ad una certa unità produttiva, la platea dei lavoratori interessati può essere limitata agli addetti a tale unità, qualora sussistano oggettive esigenze aziendali.

Il datore di lavoro, secondo la Corte, in questi casi deve indicare, nella lettera di avvio della procedura, sia i motivi per i quali intende limitare i licenziamenti al solo personale addetto alla sede, sia le ragioni per le quali non è in grado di attenuare la portata dei licenziamenti mediante il trasferimento ad unità produttive geograficamente vicine a quella soppressa. Se sono rispettate queste condizioni, prosegue l'ordinanza, la comparazione tra il personale per individuare i lavoratori da licenziare, sulla base dei criteri di scelta previsti dalla legge, può essere attuata tenendo presente la sola sede individuata nella lettera di apertura. E, in ogni caso, è da escludersi l'esigibilità della comparazione tra i dipendenti, quando questa risulti oggettivamente incompatibile con le esigenze aziendali per ragioni geografiche.

Questa lettura è molto significativa, in quanto da un'interpretazione ragionevole al principio, contenuto nella legge n. 223 del 1991, che impone di applicare i criteri di scelta su tutto l'organico aziendale, evitando conseguenze paradossali, come sarebbe quella di licenziare dipendenti dislocati a centinaia di chilometri dall'unità produttiva interessata dalla chiusura.

L'ordinanza ricorda, infine, che il licenziamento collettivo si applica anche nei confronti dei dirigenti sindacali (a meno che non sia provata l'esistenza di ragioni di carattere discriminatorio) e nei confronti di lavoratrici madri, qualora si versi nel caso di "cessazione dell'attività" (situazione, questa, che ricorre nel caso di chiusura dell'unità produttiva).


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L'Inps dal luglio 2013 è online sui social network


L’Inps è online anche su Twitter, con un profilo ufficiale che estende e consolida la presenza dell’Ente di previdenza sui social media. Non solo: da luglio 2013 l’Inps, nell’ambito del processo verso un’amministrazione più trasparente, rende maggiormente accessibili i propri dati nella sezione Open Data del sito www.inps.it.

Quindi un profilo Twitter per favorire la diffusione delle informazioni, raggiungere un pubblico che predilige nuove piattaforme di distribuzione, di informazioni e comunicazioni, incrementando l'ascolto e l'interazione con i propri utenti. E' stato attivato l'Inps (@inps_it), che consolida così la sua presenza sui network di internet . Il profilo Twitter dell'Istituto si aggiunge a quello già attivo su Facebook, che si compone di quattro pagine tematiche:
riscattare la laurea;
utilizzare i buoni lavoro;
gestire il lavoro domestico;
pensioni: sistema contributivo.

La pagina di Facebook conta già più di 15mila iscritti. L'Inps è presente anche su Youtube con un proprio canale ufficiale, che ha raggiunto circa 30mila visualizzazioni. Un'esperienza positiva, consolidata anche da un importante riconoscimento ricevuto: nel 2012, infatti, le pagine tematiche Facebook dell'Istituto hanno vinto il premio e-gov per la sezione "un governo più aperto". Diventando followers del profilo @inps_it su Twitter gli utenti potranno essere costantemente aggiornati su tutte le novità pubblicate dall'istituto. "I contenuti diffusi attraverso il profilo Twitter – avvertono però dall'Inps - avranno solo una valenza informativa generale. Per eventuali approfondimenti, richieste di servizi o prestazioni, occorre far riferimento al sito www.Inps.It ". Sul portale istituzionale è disponibile da oggi anche una sezione dedicata alla presenza dell'istituto sui social media (pagine tematiche Facebook, canale ufficiale Youtube e profilo Twitter).


Attraverso i social network l'Istituto punta a divulgare le comunicazioni sulle attività e i servizi erogati, comunicati stampa, pubblicazioni e documenti ufficiali, novità normative, informazioni su iniziative ed eventi di settore, immagini e video istituzionali.

E stata un’esperienza positiva consolidata anche da un importante riconoscimento ricevuto. Nel 2012, infatti, le pagine tematiche Facebook dell’Istituto hanno vinto il Premio E Gov per la sezione “Un governo più aperto”, nell’ambito della VIII edizione del premio omonimo.

Il profilo @Inps_it è raggiungibile direttamente all’indirizzo: www.twitter.com/Inps_it. Gli utenti potranno essere costantemente aggiornati su tutte le novità pubblicate dall’Istituto. I contenuti diffusi attraverso il profilo Twitter avranno solo una valenza informativa generale. Per eventuali approfondimenti, richieste di servizi o prestazioni, occorre far riferimento al sito www.inps.it.
Sul portale istituzionale è disponibile da oggi anche una sezione dedicata alla presenza dell’Istituto sui social media (pagine tematiche Facebook, canale ufficiale YouTube e profilo Twitter). La sezione “INPS Social Network” è raggiungibile seguendo il percorso HOME > INPS COMUNICA > INPS SOCIAL NETWORK, e comprende anche alcune importanti linee guida (Social Media Policy), utili per chiarire le modalità di relazione e comunicazione adottate dall’Inps sui social network.

La novità più importante riguarda open data e accessibilità una nuova modalità che consente, attraverso delle specifiche API (Application programming interface), un accesso più semplice agli sviluppatori di applicazioni ai dataset pubblicati. L’Inps è la prima PA italiana a fornire l’innovativo strumento e questa iniziativa ne conferma il ruolo di benchmark nel panorama della Pubblica Amministrazione.

Nel corso dell’ultimo anno, dal sito Inps sono stati scaricati oltre 573mila dati in formato aperto, di cui il 10% eseguiti dall’estero. E gli utenti, che possono lasciare un suggerimento ed esprimere la propria opinione su ogni singolo dataset, hanno mostrato un gradimento significativo attribuendo un voto che supera il 7 (su un valore massimo di 10).

Lanciata nel marzo 2012, la sezione Open Data dell’Inps pubblica oggi più di 320 dataset scaricabili nei formati Excel, CSV e XML e rilasciati con licenza IODL 2.0. In piena aderenza con la logica del riuso dei dati, l’INPS dedica spazio agli sviluppatori che utilizzano i dati del portale attraverso una form di segnalazione delle applicazioni realizzate e, insieme, permette di visualizzare il numero e la localizzazione dei downolad attraverso una mappa interattiva e costantemente aggiornata.

L’Inps continua così il percorso per una maggiore trasparenza e accessibilità dei propri dati: la realizzazione delle API degli Open Data, infatti, è strettamente in linea con l’Open Data Charter sottoscritta al recente G8 dalle Nazioni partecipanti, un documento che pone i Governi di fronte all’impegno di esporre e valorizzare il patrimonio informativo, ricordiamo in questo contesto il  “Social mobility and welfare”, che in Italia può essere ben rappresentata da Open Data INPS, il datastore che espone l’insieme dei dati aperti dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

martedì 9 luglio 2013

Traduttori: la formazione del mestiere

Il lavoro del traduttore richiede impegno e costante aggiornamento sulle lingue. L'iter formativo da seguire però cambia a seconda del tipo di traduttore che si vuole diventare. Un ottimo punto di partenza è una formazione universitaria specialistica, al termine della quale è opportuna la frequenza di corsi di formazione specifici.

Ad un traduttore divulgativo, ad esempio, sarà richiesta la conoscenza del linguaggio giornalistico per tradurre notizie e articoli di giornali cartacei e online.
Una conoscenza approfondita della storia e della cultura di un determinato paese è la base per diventare traduttore letterario; tradurre romanzi, saggi o poesie che siano quanto più fedeli possibile alla lingua originale è indispensabile. Per questo esistono corsi specifici, che preparano il traduttore a immedesimarsi nel contesto storico e sociale del testo e comprendere in pieno il pensiero dello scrittore.
Per quanto riguarda la traduzione scientifica, si deve possedere un vasto vocabolario di termini medico-biologici. I corsi di specializzazione e aggiornamento di questo settore garantiscono una formazione che comprende studi linguistici approfonditi per chi è già in possesso di una laurea scientifica. Medici e biologi sono tenuti a leggere frequentemente testi in lingua straniera, e molti ricercatori scelgono il campo delle treduzioni come mestiere.
Di estrema delicatezza è il lavoro del traduttore tecnico; i master di specializzazione esistenti preparano gli studenti a possedere un linguaggio chiaro ed efficace mirato all'accessibilità di testi informatici per software e applicativi.
Molte università italiane propongono master di traduzione giuridica, legale, o traduzione economica e finanziaria. La formazione, in entrambi i casi prevede l'affiancamento al traduttore di un esperto giurista o economista. La collaborazione di queste figure professionali è senz'altro determinante per una buona riuscita di una traduzione.
Per diventare traduttore giurato, l'iter è particolare; bisogna essere in possesso di una laurea, un attestato linguistico. Il superamento dell'esame di idoneità delle singole Camere di Commercio darà la possibilità di iscrizione all'Albo dei Traduttori Giurati ed Interpretariato per esercitare la professione.

domenica 7 luglio 2013

Offerte di lavoro online estate 2013

Di criteri per trovare lavoro ce ne sono tanti, oggi il metodo classico prevede, oltre al sempreverde consegna del proprio curriculum vitae presso tutte le agenzie/aziende che cercano dipendenti o ancor meglio trovare lavoro online.

Un aiuto, negli ultimi anni per la ricerca del lavoro, viene dal web ed in particolare dai siti specializzati per trovare lavoro: sono portali web di annunci che offrono la possibilità di consultare le offerte in modo gratuito, filtrando gli stessi in base alla ragione d’appartenenza ed al settore d’interesse.
Internet si dimostra di essere una risorsa utilissima a chi cerca lavoro, ed è uno strumento che serve da raccordo tra le azienda in cerca di dipendenti e le persone che cercano un’occupazione per poter andare avanti e vivere degnamente. E' possibile oggi, trovare lavoro anche attraverso i social network.

Di portali per trovare lavoro online sono tanti; ma solo pochi sono quelli veramente attendibili e che moderano gli annunci inseriti, offrendo un servizio agli utenti di primissimo livello. Spesso, infatti, si sente parlare di annunci ed offerte di lavoro truffaldine, che continuano ad essere pubblicate, proprio perché non esiste un filtro intelligente tra l’inserimento e la moderazione degli stessi.

Uno dei principali portali per la ricerca del lavoro è Monster, permette di inserire il curriculum in una forma molto completa (e apprezzata dalle aziende). Offre poi lo strumento del Job Alert, comune a molti siti, ovvero la possibilità di ricevere nell'email la lista di annunci che corrispondono a criteri precedentemente impostati dall'utente.

Subito.it è un portale minimale ma molto apprezzato per la sua funziona di ricerca locale. Per utilizzarne i servizi non è necessario inserire il cv: basta cliccare sull'annuncio e mandare la propria domanda all'azienda semplicemente compilando un breve form.

Essere presenti sul web. Esistono molti social network dedicati al lavoro (primo fra tutti Linkedin), ma senza una comunicazione coerente e guidata da un minimo di strategia, l'io digitale di un aspirante lavoratore non avrà alcun interesse per le aziende.

Compilare con estrema attenzione e accortezza i form dei portali web. Può essere un'operazione lunga e noiosa – soprattutto se dev'essere eseguita diverse volte – ma è necessaria: le aziende apprezzano molto un profilo completo, quindi bisogna inserire una lettera di presentazione, una foto e le referenze.

Selezionare con attenzione i portali controllati giornalmente per trovare lavoro. È vero: molti di loro condividono gli stessi annunci, ma esistono siti che veicolano tipi di offerte diversi dagli altri. Ad esempio, MediaJobs pubblica annunci relativi soltanto al settore Marketing e Media. Individuare i giusti portali può aiutare a risparmiare tempo.

Vediamo i profili più ricercati per l’estate 2013
SETTORE ANIMAZIONE
• capo animazione
• responsabile animazione diurna
• animatore di contatto, organizzatore di giochi e tornei
• coreografo/a
• ballerino/a (danza classica/moderna/jazz/musical)
SPORT
• istruttore di tennis
• istruttore di tiro con l’arco
• istruttore di calcio
• istruttore di aerobica/fitness
• assistente palestra
• istruttore di acquagym
• istruttore di wind surf
• istruttore di canoa
• istruttore di nuoto
• assistente bagnanti con brevetto
• assistente sci
MINI CLUB
• assistenti mini club (3/7 anni)
• assistenti maxi club (8/12 anni)
• assistenti junior club (13/17 anni

Nel sito informagiovani.fe  è presente  un servizio dedicato a lavoratori qualificati o specializzati nel settore turistico alberghiero che intendono cercare lavoro nella riviera romagnola per la stagione estiva 2013.

- Che cosa offre:
l’inserimento della candidatura per il lavoro stagionale in una banca dati specifica per il settore turistico alberghiero a disposizione della ricerca che operiamo per le imprese che necessitano di personale.
- Quando inserirsi in banca dati:
l’inserimento deve essere effettuato a partire dal mese di gennaio.
- Requisiti richiesti:
una formazione specifica nel settore turistico alberghiero, meglio se supportata da esperienze lavorative nel settore (documentate), la conoscenza di almeno una lingua straniera (in particolare per i profili per cui è previsto il rapporto con il pubblico).
Le aziende del settore prediligono assumere personale che offra garanzia di continuità e una piena disponibilità rispetto all’organizzazione del lavoro.
Per le assunzioni con il contratto di apprendistato vengono richiesti solo maggiorenni.
L'unica modalità per una persona per ottenere offerte di lavoro è quella di inserire il proprio CV nel nostro sito e proporsi online alle offerte che sono pubblicate. In realtà le opportunità di lavoro sono superiori alle offerte pubblicate, perché spesso le aziende eseguono una ricerca sui CV disponibili e contattano direttamente le persone, senza pubblicare l'offerta.

sabato 6 luglio 2013

Professioni ecosostenibili le nuove opportunità di lavoro

Tempo di crisi ma non per tutti, soprattutto per l’economia verde e per chi lavora nel settore dell’ ecosostenibilità.

Il fenomeno della green economy, ovvero dell'economia verde, sta apportando delle modifiche nelle tecniche produttive di beni e servizi e nel mercato del lavoro. Grazie all'affermazione della green economy stanno nascendo delle nuove figure professionali, alle quali sono richieste competenze specifiche nell'ambito dell'economia sostenibile.

Ecco quali le principali opportunità di lavoro.

Vediamo alcune idee per trasformare la propria professione  in un mestiere ecosostenibile, appartenente dunque a un settore che oggi come mai appare in forte crescita (oltre tre milioni e mezzo i lavoratori in tutta Europa, e anche in Italia si prevede presto un vero exploit). Tra queste nuove professioni, c’è l’eco-avvocato, il quale si occupa di fornire ad aziende e privati consulenze specifiche in merito a questioni attinenti all’ecosostenibilità e alle leggi che la disciplinano. Per intraprendere questa professione occorre ovviamente una laurea in giurisprudenza e una specializzazione in diritto ambientale riguardante sia l’Italia che l’Europa.

Le figure professionali che vengono assorbite oggi in questo settore sono molto più varie rispetto al passato e richiedono competenze sempre più specifiche.

Se sino a pochi anni fa i profili professionali più richiesti nell'ambito erano di livello medio e basso, oggi vengono ricercati soprattutto professionisti con esperienza manageriale vogliosi di veicolare la loro esperienza nel settore dell’energia verde.

Attualmente non vi sono nell’ambito delle energie sostenibili aree di lavoro precise per professionisti di alto livello. Questi settori sono in costante crescita e tendono sempre di più a differenziarsi e a cercare capacità e profili sempre più differenti.

Edilizia ecosostenibile una volta si limitava alla sola installazione e la manutenzione di pannelli fotovoltaici presso abitazioni private o aziende. Oggi esalta uno spettro di possibilità più ampio: basti riflettere che esistono aziende che si dedicano sia alla progettazione sia alla costruzione di edifici ecosostenibili. In questo caso le competenze richieste vanno dalla progettazione di un impianto di riciclo dell'acqua, alla scelta dei materiali isolanti più adatti all’uso futuro dell’edificio.

Una figura professionale nuova, nata dalle esigenze del mercato del lavoro dell’energia sostenibile è il così chiamato energy manager. Questa figura professionale si occupa dello studio di soluzioni tecnologiche per edifici al fine di ottenerne il risparmio energetico. Questi professionisti si preoccupano di far raggiungere l'efficienza energetica tramite la scelta di materiali e soluzioni adeguate.

I mobility manager invece studiano il modo migliore di organizzare gli spostamenti sul territorio di un’azienda, al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica e far risparmiare i soldi spesi ogni mese in carburante.
Il settore delle energie rinnovabili e dell’ecosostenibilità rappresentano un’ottima possibilità per chi, dopo anni di esperienza, vuole mettere in gioco le proprie competenze in nuovi progetti e in nuove aree di lavoro.

Sul web esistono portali dedicati specificamente alla ricerca di lavoro per professionisti sia nel campo delle energie rinnovabili sia in quello delle energie sostenibili. Forse potrebbe essere anche la vostra buona chance per mettere a disposizione le vostre competenze ad uno sviluppo ecosostenibile del nostro pianeta.

E' possibile trovare diverse informazioni sulle opportunità di lavoro per i green jobs nel sito www.greeneconomics.it, che tratta tutte le tematiche inerenti all'economia verde. Il sito è diviso in varie sezioni che illustrano diversi temi, ovviamente legati alla green economy.
Ecco le figure green più ricercate:

Biotecnologo. Con una laurea in biotecnologia è possibile accedere a questa figura. Il biotecnologo produce (o ne studia le modalità di produzione) biocarburanti e sistemi di disinquinamento.

Amministratore del territorio. Si tratta di un profilo di alto livello, per il quale è necessaria la laurea in ingegneria ambientale. Il suo compito è quello di gestire e analizzare la formazione (flora, fauna, struttura geologica) di un territorio, anche alla luce delle direttive europee a riguardo.

Paesaggista. Ovvero la tutela del verde anche in città, con la creazione di zone ad hoc. Numerose facoltà di architettura hanno istituito un corso di laurea dedicato.

Valutatore di impatto ambientale. Una figura a metà fra l’ingegnere e il giurista (entrambi i profili, sempre coadiuvati da corsi di specializzazione, sono validi) che conosce le norme europee ed internazionali per redigere valutazioni di natura tecnica su progetti urbani e aziendali.

Ecoturismo. Ovvero la versione green del tour operator, che promuove itinerari (anche agro-alimentari) lontani dalle mete convenzionali.

Ministero del Lavoro: ispezionate oltre 65mila imprese

Boom delle collaborazioni irregolari (+84%) e della somministrazione illecita. Ma diminuisce di otto punti percentuali il lavoro nero. Edilizia e agricoltura i settori più interessati dal fenomeno.

Per l’esattezza sono 65.589 le imprese controllate nei primi tre mesi dell'anno dal ministero del Lavoro (assieme agli enti impegnati nell'attività di vigilanza e le forze dell'ordine): il 62% di queste sono risultate irregolari. Lo ha comunicato il ministero del Lavoro; ed Enrico Giovannini parla di «sforzo straordinario»; e ha ribadito l'impegno «per il raggiungimento degli obiettivi per l'anno 2013, circa 240mila ispezioni concentrate verso forme di irregolarità nella gestione dei rapporti di lavoro». Il ministro ha ricordato poi le misure contenute nel Dl76/2013 tra cui l'importanza attribuita alla tutela dei lavoratori sotto il profilo della regolarità contrattuale e in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

A questo proposito, ha aggiunto Giovannini, il decreto prevede che la rivalutazione del 9,6% delle sanzioni in caso di irregolarità sia in parte utilizzata per progetti e azioni rivolti alla sicurezza. Diminuisce il lavoro nero.

Tra i risultati del primo trimestre, si rileva una diminuzione del lavoro nero (-8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente), con l'accertamento di 21.866 lavoratori totalmente sommersi. Per quanto riguarda l'incidenza del lavoro irregolare per settore, la maggiore concentrazione si conferma nell'edilizia (55% delle aziende ispezionate), in agricoltura (50%) e nel settore terziario e industriale (entrambi con il 46%).

Tra le varie tipologie di violazione, le forme di «decentramento produttivo» irregolare (appalto e somministrazione illecita) raggiungono i livelli più preoccupanti, con 4.900 violazioni (+96% degli illeciti rilevati rispetto all'analogo periodo dell'anno 2012). Seguito dall'utilizzo distorto di forme contrattuali (come le collaborazioni a progetto, partite Iva, associazioni in partecipazione), che interessano 5.227 lavoratori (+84%).

Quindi oltre sei imprese su dieci - su un campione di oltre 65mila sono risultate irregolari per quanto riguarda il trattamento dei dipendenti.

Nel ribadire l'impegno per il raggiungimento degli obiettivi per l'anno 2013, circa 240mila ispezioni concentrate verso forme di irregolarità nella gestione dei rapporti di lavoro, il ministro ha ricordato l'importanza attribuita alla tutela dei lavoratori sotto il profilo della regolarità contrattuale e in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. A questo proposito, ha ricordato Giovannini, il decreto del piano lavoro (76/2013) appena approvato prevede che la rivalutazione del 9,6% delle sanzioni in caso di irregolarità sia in parte utilizzata per progetti e azioni rivolti alla sicurezza.

Tra i risultati del primo trimestre, si rileva una diminuzione del lavoro nero (-8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente), con l'accertamento di 21.866 lavoratori totalmente sommersi. Per quanto riguarda l'incidenza del lavoro irregolare per settore, la maggiore concentrazione si conferma nell'edilizia (55% delle aziende ispezionate), in agricoltura (50%) e nel settore terziario e industriale (entrambi con il 46%).

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